Molto spesso il primo dubbio che assale chi decide di rivolgersi ad un terapeuta riguarda il primo colloquio. Come si svolgerà? Riuscirò a spiegare le ragioni che mi hanno condotto lì? Parleremo o dovrò svolgere dei test? Le domande sono tante e tutte legittime, comprese quelle di ordine pratico che possono sembrare più banali. Affrontare una situazione nuova è sempre fonte di stress. Provate a pensare alla prima volta che siete stati dal dentista: probabilmente eravate intimoriti, vi sarete chiesti se sarebbe stato spiacevole, quanto sarebbe durato… ma altrettanto probabilmente ci sarà stato qualcuno che vi avrà rassicurato, avendo già vissuto tale esperienza.
Lo scopo di quest’articolo è proprio quello di rispondere ai quesiti e dissipare dubbi e paure che possono accompagnare la decisione di consultare uno psicologo, cercando di fare chiarezza su come si svolge una prima seduta.
Generalmente durante il primo colloquio si procede alla raccolta d’informazioni. Io personalmente, nel corso della telefonata che precede l’appuntamento, preferisco limitarmi alle informazioni strettamente necessarie, poichè ritengo fondamentale la fase preliminare di conoscenza. La maggior parte dei pazienti, dopo essersi presentata, arriva dritta al punto cruciale, ovvero il motivo che li ha portati a chiedere il consulto. Il momento dedicato alla conoscenza reciproca è invece molto importante e non andrebbe mai saltato. Il terapeuta non vi conosce e attraverso la descrizione di chi siete, come si svolgono le vostre giornate, quali sono le attività e le relazioni per voi significative può farsi un’idea generale della persona che ha davanti. Allo stesso modo il paziente avrà modo di arrivare gradualmente a parlare dell’argomento che lo preoccupa, sentendosi maggiormente a proprio agio e avendo l’opportunità di fare domande al terapeuta, qualora avesse dei dubbi circa lo svolgimento del colloquio.
Dopo questa fase iniziale si potrà passare al motivo della richiesta e in base a questo concordare il contratto terapeutico. Terapeuta e paziente fissano degli obiettivi che si vorrebbe raggiungere attraverso la terapia e le modalità con le quali si svolgerà: la frequenza e la durata delle sedute, il setting e la tariffa.
Badate bene che un terapeuta coscienzioso non potrà mai farvi un preventivo con il numero di sedute prefissato: questo non si può sapere con anticipo, dipende da che direzione prenderà la terapia ed eventualmente si procederà con una valutazione in itinere, valutando gli obiettivi raggiunti ed eventualmente fissandone altri qualora se ne ravvisasse la necessità.
Ricordate sempre che per esercitare l’attività di psicologo non basta aver conseguito la laurea. Occorre ottenere l’abilitazione e successivamente iscriversi all’albo; nel caso della professione di psicologo gli albi sono regionali e per verificare che il professionista al quale vi siete rivolti sia regolarmente iscritto basta semplicemente consultare l’albo on line tramite il sito. Ad esempio, nel caso della regione Sardegna basta collegarsi al portale www.psicosardegna.it e cliccare sul link “Albo Psicologi”; se il professionista è abilitato all’esercizio della psicoterapia sarà presente un’annotazione accanto al suo nome, numero e data d’iscrizione e provincia di residenza. Per quanto riguarda la differenza tra semplice psicologo e psicologo-psicoterapeuta vi rimando all’articolo di prossima pubblicazione.
Infine un consiglio sempre valido: se avete dubbi, curiosità, domande alle quali non è stata data una risposta chiedete, chiedete, chiedete! Il terapeuta sarà in grado di fornirvi le informazioni che vi mancano affinché la terapia possa svolgersi nella maniera più proficua possibile.